Beyond Ethnographic Writing
E’ uscito nella versione eBook il testo Beyond Ethnographic Writing frutto del lavoro di cattedra e di tante energie che si sono agglomerate intorno ad uno degli ultimi seminari, dedicato ai dieci anni della pubblicazione italiana di Scrivere le Culture. A cura di Ana Maria Forero Angel e Luca Simeone è ora disponibile su Amazon.com.
per maggiori info http://www.beyondethnographicwriting.com/ e a presto per la versione in italiano che sarà nelle libreria fra pochissimo!
Oltre la scrittura etnografica – workshop e call for paper!
CALL FOR PAPERS: “Oltre la scrittura etnografica”
Nei giorni 4 e 5 maggio, a cura della Cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma, si è svolto il seminario intitolato “Oltre la scrittura Etnografica”, incentrato sugli esiti della ricerche teoriche ed etnografiche proposte da James Clifford e George Marcus nel libro Writing Culture. Hanno partecipato all’iniziativa sette relatori, presentando saggi inediti.
I saggi saranno pubblicati in un volume edito da Meltemi. E’ intenzione degli organizzatori, però, aprire la pubblicazione ad altri autori, e riservare lo spazio di 200.000 battute a ulteriori dieci saggi che propongano una riflessione teorica o etnografica affine ai temi discussi nel seminario.
Il termine per la consegna degli elaborati, inizialmente fissato per l’8 giugno, è stato spostato al 15 giugno. Gli interessati dovranno spedire il proprio elaborato, di lunghezza non superiore alle 20.000 battute (spazi inclusi), all’indirizzo antropologia.culturale@gmail.
I saggi dovranno essere presentati in italiano e in inglese. La versione inglese verrà edita in un volume separato, distribuito online in formato PDF, sempre a cura dalla casa editrice Meltemi.
Tutti i paper ricevuti saranno pubblicati su una piattaforma di social media (https://antropologiaculturale.wordpress.com/), in cui potranno essere commentati e valutati dagli utenti. I commenti degli utenti costituiranno un importante fattore nella selezione dei contributi che saranno valutati dagli organizzatori per la pubblicazione finale del volume.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a:
Cattedra di Antropologia Culturale
Facoltà di Scienze della Comunicazione – Università La Sapienza
Tel. 06 8576834
Email: antropologia.culturale@gmail.com
Responsabili della pubblicazione
Dott.ssa Ana Maria Forero Angel: tel. 320 3012434
Dott. Luca Simeone: tel. 349 3612672
………………………………………………………………………..
La descrizion del seminario-pubblicazione, gli abstract degli interventi e una breve descrizione degli autori sono consultabili nella pagina “seminari” di questo blog.
RomaeuropaFAKEfactory
REFF / RomaEuropa Fake Factory.
A detourned competition
REFF / RomaEuropa Fake Factory. A detourned competition
RomaeuropaFAKEfactory è un concorso internazionale di Videoarte, Musica,
Letteratura, GifArt, Architettura-Desing- Paesaggio e LawArt, nato a gennaio
2009 come reazione critica al concorso RomaEuropa Webfactory per sviluppare
una riflessione/azione sul senso dell’arte, della cultura e della creatività
nel contemporaneo, sui modelli di accesso e sulla relazione fra proprietà
intellettuale e nuovi modelli di business.
Il concorso, dedicato al tema “Freedom To Remix”, si rivolge a giovani
creativi, artisti dei nuovi media, scrittori, musicisti,
architetti/designer/paesaggisti, giuristi e appassionati di diritto e
proprietà intellettuale, ma anche a tutti quei cybernauti che, a partire da
queste premesse, abbiano voglia di mettere in gioco la loro creatività.
SEZIONI
:: 100Cuts -Videoarte [http://www.romaeuropa.org/conc/100Cuts.php]
Curatore: Gianmarco Bonavolontà
:: 100Samples – Musica [http://www.romaeuropa.org/conc/100Samples.php]
Curatore: Marco Fagotti
:: 100Quotes – Letteratura [http://www.romaeuropa.org/conc/100Quotes.php]
Curatore: Oriana Persico/penelope.di.pixel
:: 100Flashes – GifArt [http://www.romaeuropa.org/conc/100Flashes.php]
Curatore: Francesco “Warbear” Macarone Palmieri
:: 100Spaces – Architettura, Design e Paesaggio [
http://www.romaeuropa.org/conc/100Spaces.php%5D
Curatore: Rossella Ongaretto
:: LawArt – Remix Legislativo [http://www.romaeuropa.org/conc/LawArt.php
Curatore: Marco Scialdone
Sono ammessi elaborati realizzati con qualsiasi tecnica di remix, cut-up,
mash-up analogico e digitale, comprese opere derivate da software e
procedimenti algoritmici: per le modalità di partecipazione e invio delle
opere si prega di consultare il sito e le singole sezioni ai link collegati.
SCADENZA:
21 giugno 2009
* Per le sezioni 100Spaces e 100Flasches la data di scadenza è posticipata
al 21 luglio 2009, vista la successiva aggiunta delle sezioni
Nostalgia del futuro: ultima lezione di Massimo Canevacci
Giovedì scorso (29/10/2008) c’è stata l’ultima lezione di antropologia culturale di Massimo.
Qui trovate l’audio….prestissimo il video.
Grazie Maxx
Aldeia Bororo_Garças
Massimo Canevacci on cultural anthropology
Lettera aperta per la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma
Massimo Canevacci
(questa lettera è pubblicata sul sito di Metemi Editore, lì verranno raccolti tutti i commenti)
Le nuove scelte didattiche della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” mi impongono di rendere pubbliche alcune perplessità, poiché, a fronte di un’indubbia crisi dell’ordinamento triennale, si è deciso di ristrutturare l’ordine degli studi secondo una visione della comunicazione restaurativa e schiacciata sull’esistente.
In tal modo, la scienza della comunicazione rischia di ridursi a una preparazione professionale di taglio giornalistico; le connessioni sperimentali e trans-disciplinari con quanto emerge nella comunicazione digitale (estesa tra design, architettura, pubblicità, performance, musiche, moda, arte ecc.) spesso risultano incomprese, “non controllate” o neutralizzate in “tecniche”; e vengono ignorate, di conseguenza, quelle ricerche che stanno tentando modificare paradigmi espositivi, composizioni espressive, narrazioni multisequenziali.
Tale tendenziale rinchiudersi della comunicazione dentro un giornalismo asfittico e un’apologia dei media impoverisce la Facoltà, trasforma i docenti in funzionari dell’“industria culturale”, addestra gli studenti alla rinuncia all’innovazione e all’assenso disciplinato, chiude alle nuove professionalità che attraversano visioni, stili, linguaggi, è indifferente alle prospettive che nelle università estere da tempo vengono applicate in questo ambito (si veda il ruolo dell’antropologia culturale nei Media Studies in tante università estere – MIT, Humboldt Universität, Escola de Comunicação e Arte dell’Università di São Paulo con la quale ho stabilito un accordo di scambio tra docenti e studenti). Tutto questo rischia di configurare provincialismo disciplinare, endogamia mass-mediale, diffidenza dell’emergente, sottrazione delle potenzialità digitali.
La materia che ho insegnato per più 20 anni – Antropologia Culturale, materia fondamentale per gli studenti di primo anno – è stata soppressa, mentre a Roma, in Italia e ovunque, sarebbe necessario moltiplicare le ricerche con questo orientamento, per contrastare le pericolosissime onde razziste, le chiusure localistiche, i decisionismi verticistici, le grettezze mediatiche.
Si è preferito, invece, puntare su materie “classiche” (diritto e storia), eliminando la prima delle tre discipline fondamentali delle scienze sociali (antropologia, sociologia, psicologia). Il docente che la insegnava viene “esiliato” al terzo anno del corso di laurea di Cooperazione e Sviluppo, con una materia denominata Comunicazione Interculturale. Già nel titolo del corso si esprime la continuità di un dominio neo-coloniale dell’Occidente verso un mondo “altro”: che la “cooperazione” sia focalizzata a dare aiuti economici ai laureandi e ai rispettivi Paesi di residenza, piuttosto che all’“altro”, dovrebbe essere ormai evidente; e sulla critica al concetto di “sviluppo” sono stati scritti così tanti saggi prima e dopo il ‘68 che è noioso solo ricordarlo. Quindi si crea una materia come Comunicazione Interculturale, che fin dal nome rafforza chiusure identitarie e culturali, regressioni scientifiche e formative, che purtroppo appaiono in sintonia con quelle politiche da “lega romana” adeguate al clima imperante, in cui un cattolicesimo appiccicoso cerca di controllare governi e opposizioni, atenei, facoltà, docenti.
I riferimenti cui la mia cattedra si è ispirata sono collocati, tra gli altri, nel filone antropologico inaugurato da Gregory Bateson: che, a partire dalle sue ricerche anticipatrici a Bali, hanno permesso di elaborare il “doppio vincolo”, concetto tra i più straordinari applicato sia alla comunicazione “normalmente” psico-patologica che ai mass media nascenti; fino alla sua collaborazione con Wiener per le primissime ricerche sulla cibernetica. Anziché dedicarsi a santi e madonne, processioni e proverbi – temi troppo spesso esclusivi nell’insegnamento di questa materia da noi – la ricerca antropologica di Bateson si inserisce nei flussi già all’epoca emergenti di comunicazione, tecnologia, alterità.
Infine, questa lettera non rivendica nulla di personale (vado in pensione dal prossimo anno e lascio quindi questa Facoltà). Essa esprime un posizionamento politico-culturale che individua, nella crisi crescente e apparentemente irreversibile della Facoltà di Scienze della Comunicazione, un problema su cui indirizzare la riflessione critica nell’interesse di docenti, studenti, impiegati: di chiunque viva e respiri l’aria di un’università che cerchi di dare senso ai futuri possibili e non si limiti a replicare il peggio dei presenti mediatizzati.
maxx.canevacci@gmail.com
Guarda il resto dell’intervista su Youtube