Vai al contenuto

Beyond Ethnographic Writing

aprile 24, 2010

E’ uscito nella versione eBook il testo Beyond Ethnographic Writing frutto del lavoro di cattedra e di tante energie che si sono agglomerate intorno ad uno degli ultimi seminari, dedicato ai dieci anni della pubblicazione italiana di Scrivere le Culture. A cura di Ana Maria Forero Angel e Luca Simeone è ora disponibile su Amazon.com.
per maggiori info http://www.beyondethnographicwriting.com/ e a presto per la versione in italiano che sarà nelle libreria fra pochissimo!

Oltre la scrittura etnografica – workshop e call for paper!

aprile 27, 2009

CALL FOR PAPERS: “Oltre la scrittura etnografica”

Nei giorni 4 e 5 maggio, a cura della Cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma, si è svolto il seminario intitolato “Oltre la scrittura Etnografica”, incentrato sugli esiti della ricerche teoriche ed etnografiche proposte da James Clifford e George Marcus nel libro Writing Culture. Hanno partecipato all’iniziativa sette relatori, presentando saggi inediti.
I saggi saranno pubblicati in un volume edito da Meltemi. E’ intenzione degli organizzatori, però, aprire la pubblicazione ad altri autori, e riservare lo spazio di 200.000 battute a ulteriori dieci saggi che propongano una riflessione teorica o etnografica affine ai temi discussi nel seminario.

Il termine per la consegna degli elaborati, inizialmente fissato per l’8 giugno, è stato spostato al 15 giugno. Gli interessati dovranno spedire il proprio elaborato, di lunghezza non superiore alle 20.000 battute (spazi inclusi), all’indirizzo antropologia.culturale@gmail.
I saggi dovranno essere presentati in italiano e in inglese. La versione inglese verrà edita in un volume separato, distribuito online in formato PDF, sempre a cura dalla casa editrice Meltemi.

Tutti i paper ricevuti saranno pubblicati su una piattaforma di social media (https://antropologiaculturale.wordpress.com/), in cui potranno essere commentati e valutati dagli utenti. I commenti degli utenti costituiranno un importante fattore nella selezione dei contributi che saranno valutati dagli organizzatori per la pubblicazione finale del volume.

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a:

Cattedra di Antropologia Culturale
Facoltà di Scienze della Comunicazione – Università La Sapienza
Tel. 06 8576834
Email: antropologia.culturale@gmail.com

Responsabili della pubblicazione
Dott.ssa Ana Maria Forero Angel: tel. 320 3012434
Dott. Luca Simeone: tel. 349 3612672

………………………………………………………………………..
La descrizion del seminario-pubblicazione, gli abstract degli interventi e una breve descrizione degli autori sono consultabili nella pagina “seminari” di questo blog.

RomaeuropaFAKEfactory

aprile 25, 2009

REFF / RomaEuropa Fake Factory.
A detourned competition

re_ff_logo

REFF / RomaEuropa Fake Factory. A detourned competition
RomaeuropaFAKEfactory è un concorso internazionale di Videoarte, Musica,
Letteratura, GifArt, Architettura-Desing- Paesaggio e LawArt, nato a gennaio
2009 come reazione critica al concorso RomaEuropa Webfactory per sviluppare
una riflessione/azione sul senso dell’arte, della cultura e della creatività
nel contemporaneo, sui modelli di accesso e sulla relazione fra proprietà
intellettuale e nuovi modelli di business.
Il concorso, dedicato al tema “Freedom To Remix”, si rivolge a giovani
creativi, artisti dei nuovi media, scrittori, musicisti,
architetti/designer/paesaggisti, giuristi e appassionati di diritto e
proprietà intellettuale, ma anche a tutti quei cybernauti che, a partire da
queste premesse, abbiano voglia di mettere in gioco la loro creatività.
SEZIONI
:: 100Cuts -Videoarte [http://www.romaeuropa.org/conc/100Cuts.php]
Curatore: Gianmarco Bonavolontà
:: 100Samples – Musica [http://www.romaeuropa.org/conc/100Samples.php]
Curatore: Marco Fagotti
:: 100Quotes – Letteratura [http://www.romaeuropa.org/conc/100Quotes.php]
Curatore: Oriana Persico/penelope.di.pixel
:: 100Flashes – GifArt [http://www.romaeuropa.org/conc/100Flashes.php]
Curatore: Francesco “Warbear” Macarone Palmieri
:: 100Spaces – Architettura, Design e Paesaggio [
http://www.romaeuropa.org/conc/100Spaces.php%5D
Curatore: Rossella Ongaretto
:: LawArt – Remix Legislativo [http://www.romaeuropa.org/conc/LawArt.php
Curatore: Marco Scialdone
Sono ammessi elaborati realizzati con qualsiasi tecnica di remix, cut-up,
mash-up analogico e digitale, comprese opere derivate da software e
procedimenti algoritmici: per le modalità di partecipazione e invio delle
opere si prega di consultare il sito e le singole sezioni ai link collegati.

SCADENZA:

21 giugno 2009
* Per le sezioni 100Spaces e 100Flasches la data di scadenza è posticipata
al 21 luglio 2009, vista la successiva aggiunta delle sezioni

http://www.romaeuropa.org

Nostalgia del futuro: ultima lezione di Massimo Canevacci

novembre 2, 2008

Giovedì scorso (29/10/2008) c’è stata l’ultima lezione di antropologia culturale di Massimo.
Qui trovate l’audio….prestissimo il video.

Grazie Maxx

Ascolta

Aldeia Bororo_Garças

ottobre 31, 2008

Immagini e suoni dell’aldeia bororo di Garças – dicembre 2007

Massimo Canevacci on cultural anthropology

ottobre 30, 2008

Lettera aperta per la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma

giugno 29, 2008

Massimo Canevacci
(questa lettera è pubblicata sul sito di Metemi Editore, lì verranno raccolti tutti i commenti)

Le nuove scelte didattiche della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” mi impongono di rendere pubbliche alcune perplessità, poiché, a fronte di un’indubbia crisi dell’ordinamento triennale, si è deciso di ristrutturare l’ordine degli studi secondo una visione della comunicazione restaurativa e schiacciata sull’esistente.
In tal modo, la scienza della comunicazione rischia di ridursi a una preparazione professionale di taglio giornalistico; le connessioni sperimentali e trans-disciplinari con quanto emerge nella comunicazione digitale (estesa tra design, architettura, pubblicità, performance, musiche, moda, arte ecc.) spesso risultano incomprese, “non controllate” o neutralizzate in “tecniche”; e vengono ignorate, di conseguenza, quelle ricerche che stanno tentando modificare paradigmi espositivi, composizioni espressive, narrazioni multisequenziali.
Tale tendenziale rinchiudersi della comunicazione dentro un giornalismo asfittico e un’apologia dei media impoverisce la Facoltà, trasforma i docenti in funzionari dell’“industria culturale”, addestra gli studenti alla rinuncia all’innovazione e all’assenso disciplinato, chiude alle nuove professionalità che attraversano visioni, stili, linguaggi, è indifferente alle prospettive che nelle università estere da tempo vengono applicate in questo ambito (si veda il ruolo dell’antropologia culturale nei Media Studies in tante università estere – MIT, Humboldt Universität, Escola de Comunicação e Arte dell’Università di São Paulo con la quale ho stabilito un accordo di scambio tra docenti e studenti). Tutto questo rischia di configurare provincialismo disciplinare, endogamia mass-mediale, diffidenza dell’emergente, sottrazione delle potenzialità digitali.
La materia che ho insegnato per più 20 anni – Antropologia Culturale, materia fondamentale per gli studenti di primo anno – è stata soppressa, mentre a Roma, in Italia e ovunque, sarebbe necessario moltiplicare le ricerche con questo orientamento, per contrastare le pericolosissime onde razziste, le chiusure localistiche, i decisionismi verticistici, le grettezze mediatiche.
Si è preferito, invece, puntare su materie “classiche” (diritto e storia), eliminando la prima delle tre discipline fondamentali delle scienze sociali (antropologia, sociologia, psicologia). Il docente che la insegnava viene “esiliato” al terzo anno del corso di laurea di Cooperazione e Sviluppo, con una materia denominata Comunicazione Interculturale. Già nel titolo del corso si esprime la continuità di un dominio neo-coloniale dell’Occidente verso un mondo “altro”: che la “cooperazione” sia focalizzata a dare aiuti economici ai laureandi e ai rispettivi Paesi di residenza, piuttosto che all’“altro”, dovrebbe essere ormai evidente; e sulla critica al concetto di “sviluppo” sono stati scritti così tanti saggi prima e dopo il ‘68 che è noioso solo ricordarlo. Quindi si crea una materia come Comunicazione Interculturale, che fin dal nome rafforza chiusure identitarie e culturali, regressioni scientifiche e formative, che purtroppo appaiono in sintonia con quelle politiche da “lega romana” adeguate al clima imperante, in cui un cattolicesimo appiccicoso cerca di controllare governi e opposizioni, atenei, facoltà, docenti.
I riferimenti cui la mia cattedra si è ispirata sono collocati, tra gli altri, nel filone antropologico inaugurato da Gregory Bateson: che, a partire dalle sue ricerche anticipatrici a Bali, hanno permesso di elaborare il “doppio vincolo”, concetto tra i più straordinari applicato sia alla comunicazione “normalmente” psico-patologica che ai mass media nascenti; fino alla sua collaborazione con Wiener per le primissime ricerche sulla cibernetica. Anziché dedicarsi a santi e madonne, processioni e proverbi – temi troppo spesso esclusivi nell’insegnamento di questa materia da noi – la ricerca antropologica di Bateson si inserisce nei flussi già all’epoca emergenti di comunicazione, tecnologia, alterità.
Infine, questa lettera non rivendica nulla di personale (vado in pensione dal prossimo anno e lascio quindi questa Facoltà). Essa esprime un posizionamento politico-culturale che individua, nella crisi crescente e apparentemente irreversibile della Facoltà di Scienze della Comunicazione, un problema su cui indirizzare la riflessione critica nell’interesse di docenti, studenti, impiegati: di chiunque viva e respiri l’aria di un’università che cerchi di dare senso ai futuri possibili e non si limiti a replicare il peggio dei presenti mediatizzati.

maxx.canevacci@gmail.com

Guarda il resto dell’intervista su Youtube